Violenza psicologica sulle donne: come trovare aiuto

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Violenza psicologica sulle donne: non la ignorare!

Oggi vi parlo di un tema molto meno piacevole dei viaggi, ma che non bisogna fare l’errore di ignorare. Perchè non si può ignorare che 108 donne sono morte per atti di violenza solo nei primi 11 mesi del 2022. Non si può ignorare che si tratta di un fenomeno sempre attuale e sempre a livelli allarmanti, tra violenza fisica, psicologica e stalking.

Violenza psicologica: cos’è e come riconoscerla

Se la violenza fisica, ahimè, lascia i suoi segni, quella psicologica è ancora più subdola. Non ci saranno segni e cicatrici a ricordare alla donna cosa è in grado di farle il partner (o l’ex partner), non ci saranno persone che se ne accorgono tanto facilmente, e la donna rischia di portare con sè il segreto a lungo. Ma più il tempo passa più la liberta di pensiero e di azione della donna rischia di essere compromessa, così come la sua percezione di sè e persino la sua salute.

Qui è davvero importante fare un’analisi della propria situazione e capire quando non si è amate, ma piuttosto violate. Riconoscere questo stato delle cose, mai piacevole, è già molto importante. Di lì può partire un processo che affonda le basi nell’amore per sè stesse e nella propria dignità di persona, dignità sicuramente maggiore di chi pur standoci vicino e dicendo di amarci perpetra tale violenza.

Per meglio capire questo tipo di violenza subdola vi leggo una parte di definizione trovata su Wikipedia alla voce violenza psicologica: 

“La violenza psicologica può essere obiettivamente individuabile in certi tipi di discorsi o di atteggiamenti che mirano a controllare l’altra persona in assenza di violenza fisica conclamata.

Si possono isolare almeno 15 categorie di aggressione verbale, frequenti nella comunicazione coi bambini, nella coppia e sul lavoro: diffamazione, insulti, minacce, obiezioni, giudizi, critiche, accuse, rimproveri, scherzi, blocco, deviazione, dimenticanza, restrizione, negazione, discredito e silenzio.

Negazione, discredito e silenzio sono spesso utilizzate in risposta alla protesta della vittima che si lamenta di non essere stata sentita o che le è stata fatta un’osservazione sgradevole. Segnalano la convinzione dell’aggressore di poter tranquillamente fare del male all’altra persona, oltre a denunciare la mancanza di empatia dell’aggressore, che non ha nessuna intenzione di scusarsi, verso la sua vittima”.

E le donne madri?

E se ci sono dei figli di mezzo? Oltre che il rispetto per la propria persona, qui nella donna deve scattare una scintilla. La necessità di proteggere i propri figli da possibili future violenze, ma anche il proteggerli dal vedere la loro madre mortificata, umiliata, sofferente nel corpo e nell’anima. Avere una madre serena ed equilibrata è prima di tutto una loro necessità, oltre che un loro diritto.

Violenza psicologica sulle donne: come trovare aiuto

Cosa fare allora quando scatta il campanello di allarme che ti dice che così non puoi continuare ad andare avanti? Innanzitutto pensare che non è vero che si è completamente sole. Ci si può aprire ad amici e familiari: anche se non gli abbiamo mai detto niente. Tra l’altro probabilmente loro avranno già percepito più di quanto noi non immaginiamo, se ci sono stati vicini davvero. E se non abbiamo persone care vicino? Non siamo completamente sole.

Centro Antiviolenza per le donne

Per fortuna, anche in Italia, ci sono tanti centri di ascolto per le donne in questo tipo di situazioni. Dai consultori, ai centri specializzati veri e propri. Si contano circa 160 centri antiviolenza nel nostro Paese. In linea generale sono spazi autonomi gestiti da organizzazioni di donne dedicati all’accoglienza di altre donne, che hanno subito violenza o che si sentono minacciate, e al sostegno durante un iter di uscita e di riparazione dalla violenza.

Associazione IOTUNOIVOI Donne Insieme

Oggi voglio parlarvi di uno in particolare: l’Associazione IOTUNOIVOI Donne Insieme. L’Associazione ha sede a Udine, e lì si trova il suo centro antiviolenza.  Da oltre 20 anni, comunque, opera tramite progetti su anche su scala nazionale e interazionale.

All’interno dei centro si trovano operatrici e volontarie appositamente specializzate sul tema della violenza alla donna e ai propri figli. Qui si può parlare senza scandalizzare nessuno. Si viene ascoltate e anche capite. Questo primo passo, il centro di ascolto, serve poi programmare delle azioni concrete ed il sostegno di cui la donna ha bisogno. Viene offerta anche affiancamento nella consulenza legale e negli eventuali rapporti con le Istituzioni o Forze Armate.

Nei casi più gravi alla donna viene anche offerta ospitalità, insieme ai suoi figli minori se presenti. Avete capito bene, questa è una grossa opportunità per affrancarvi, tornare libere. Offrire a voi stesse, e ai vostri figli, la vita migliore che meritate.

Come vedete il percorso prevede vari step graduali, fino all’assistenza per donne “in uscita” dalla violenza, con ospitalità in diversa sede per le donne che devono ancora rendersi completamente autonome prima dell’inizio definitivo della loro nuova vita.

Per chi desidera approfondire le diverse attività del centro IOTUNOIVOI DonneInsieme vi lascio il link al sito.

Non essere spettatori immobili

E per chi non è soggetta a violenza nè fisica nè psicologica? Se hai qualche amica o conoscente che ti sembra stia vivendo una situazione simile è il momento di starle particolarmente vicino, aiutala a rendersene conto e parlale del Centro Antiviolenza. Sii solidale con le altre donne esposte a simili situazioni, anche se non sei in stretta relazione di amicizia con loro. Condividi questo post e non evitare l’argomento: sostieni sempre #noallaviolenzasulledonne #iotunoivoi #DonneInsieme.

Post realizzato da Elisa S. in collaborazione con l’Associazione IOTUNOIVOI DonneInsieme

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2 risposte

  1. Questo sì che è un articolo veramente interessante! Purtroppo molto spesso si pensa che una violenza sia solo corporea e non si va ad analizzare quasi mai una violenza psicologica. Ci sono atti e frasi che troppo spesso diaumanizzano una donna (o anche un uomo) e troppo spesso vengono visti come cose da nulla! È un argomento molto vasto, ma ogni volta che ci penso mi sale una rabbia…grazie per averne parlato qui sul blog. Una voce in più è sempre l’arma migliore

    1. E’ verissimo, anche a me da molto fastidio che contro la violenza psicologica siamo tutti meno tutelati ed è forse più difficile essere aiutati dall’esterno…Ma il dolore e la mortificazione della vittima ci sono eccome, serve una gran dose di coraggio per uscirne, ma si può fare!

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Elisa Scuto

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