PASQUA A IMPERIA: TRA TRADIZIONI CENTENARIE E IL CLIMA MIGLIORE D’ITALIA

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Vi voglio raccontare cosa vuol dire vivere la Pasqua a Imperia, tra tradizioni centenarie e…

IL CLIMA MIGLIORE D’ITALIA 

Eh sì, pare che in questo ultimo paio d’anni siamo tornati in cima alla lista per il clima favorevole…il primo posto è il nostro!

Una cosa su cui non mi sono mai potuta lamentare di Imperia, del resto, è il clima!! Mite anche d’inverno, poca pioggia, vento che per fortuna spazza via l’inquinamento, ma spesso anche le nuvole…E poi il mare, non dimentichiamocelo! 

Dunque se verrete a Pasqua a Imperia, con un pizzico di fortuna il bel tempo vi accoglierà, tra una delle prime camminate a piedi scalzi nella sabbia, un gelato in riva al mare o una scampagnata nel primo entroterra, magari per Pasquetta!

LE TRADIZIONI IMPERIESI DELLA SETTIMANA SANTA

Ma, oltre alla spiaggia c’è di più. Il territorio di Imperia nel periodo di Pasqua riscopre tradizioni più uniche che rare… Tradizioni che hanno sorpreso persino me che qui ci sono cresciuta! Ve ne voglio svelare qualcuna, siete pronti?!

Intanto teniamo a mente due elementi fondamentali: i canti tradizionali e la Via Crucis, o meglio San Leonardo da Porto Maurizio, che nasce qui nel ‘700 e si fa primo promotore del rito della Via Crucis fruibile e aperta al pubblico nel giorno del Venerdì Santo. Del resto San Leonardo arrivò fino al Colosseo a portare la sua Via Crucis in occasione del Giubileo del 1750, dichiarando quel luogo sacro per i Martiri.

Oltre al potenziale religioso se siete credenti cristiani, i riti di cui vi sto per parlare vi sorprenderanno per il loro interesse antropologico, sono persino studiati dai massimi esperti sociologi e antropologi!

RIPERCORRERE LA VIA CRUCIS DI SAN LEONARDO

Ripercorrere la Via Crucis di San Leonardo partendo a piedi dall’incantevole borgo marinaro della Foce, proprio dove si trova il Convento dei Cappuccini intravedrete un’antica mulattiera in salita.

Risalite a piedi fino al Santuario detto, appunto, del Monte Calvario. Il panorama che si gode dalla piazza del santuario vi ripagherà di ogni fatica! Volendo il Santuario è raggiungibile anche in auto, ma volete mettere rivivere la processione al canto delle confraternite e con la partecipazione di tutta la folla dei fedeli…

All’interno del Santuario, molto bello, troverete anche una statua di cartapesta, che si dice miracolosa, del Cristo Morto. A fianco il Museo delle Confraternite merita una visita, ma gli orari vanno attentamente verificati prima di andare. 

Attualmente gli orari di visita ci risultano come segue, ma vi consiglio sempre di telefonare per verificare: ogni prima domenica del mese dalle 10,00 alle 12,00 oppure su appuntamento. 

CONTATTI:

Piazza Monte Calvario, Santuario di Santa Croce – 18100 Imperia 

+39-3398861464 

 info@museodelleconfraternite.it 

L’intero complesso del Santuario viene donato a inizio del Settecento, subito dopo la sua fondazione alla Confraternita della Santissima Trinità. Sono proprio le tre confraternite dell’imperiese ancora attive, a portare avanti le tradizioni locali della Settimana di Pasqua.

GIRO DEI SEPOLCRI A PORTO MAURIZIO, TRA I CANTI DELLE CONFRATERNITE

Quest’anno le confraternite eseguiranno i loro canti giovedì 28 marzo dalle 22.00, all’interno della Basilica di san Maurizio.

Ci sono i canti del Giovedì Santo, con le confraternite di Porto Maurizio che intraprendono il giro dei Sepolcri delle chiese cittadine, spostandosi da un Sepolcro all’altro per ore e ore. Ciascuna confraternita compie la propria processione intonando canti penitenziali, ad esempio uno Stabat Mater eseguito in una versione che col passare del tempo è diventata sempre più “da strada”.

PASQUA A IMPERIA: TRA TRADIZIONI CENTENARIE

SETTIMANA SANTA E CARTELAMI

Il Venerdì Santo nel Duomo di Porto Maurizio c’è il rito della “schiodatura” di Cristo Crocifisso, allestita sull’altare grazie ad apparati di cartapesta che riproducono il monte e le tre croci. La Calata della Croce quest’anno si terrà al Duomo venerdì 29 marzo dalle 18.00.

Tutto ciò prima di rivivere la vera Via Crucis, la sera, con il percorso che vi ho detto fino al Santuario. La manifestazione è partecipatissima dai fedeli e da qualche curioso visitatore!

Quest’anno la Via Crucis interparrocchiale partirà alle ore 21.00 di Venerdì 29 marzo dalla Chiesa parrocchiale di San Benedetto Revelli (Imperia, borgo Foce) per dirigersi al Monte Calvario come di consueto.

Gli apparati provvisori di cartapesta, detti “cartelami” sono un’altra delle peculiarità artistiche del Ponente ligure nei giorni della Settimana Santa, quando questi allestimenti realizzati da celebri artisti ornavano temporaneamente gli altari delle Chiese, quasi come delle sceneggiature teatrali.

CERIANA: DOVE I CANTI PENITENZIALI VENGONO TRAMANDATI DI PADRE IN FIGLIO

Il borgo per eccellenza dei canti della Settimana Santa, qui nel Ponente ligure, è Ceriana. Ceriana si trova a circa una ventina di km dalla costa, si può raggiungere da Sanremo passando per la frazione di Poggio. Anche qui sono le quattro confraternite ancora esistenti a portare avanti i canti penitenziali. Si tratta dei “Verdi”, dei “Gialli”, dei “Rossi” e dei “Blu”, ognuno vestito con il mantello processionale dei propri colori.

RITI DEL GIOVEDì SANTO A CERIANA

Il Giovedì Santo si recano in visita al Sepolcro allestito nella grandiosa chiesa parrocchiale settecentesca dei Santi Pietro e Paolo. Proprio davanti a “U Seportu” eseguono questi antichi canti gregoriani.

La cosa particolare è che questi canti sono interpretati molto liberamente dalla sensibilità popolare, trasmessi da padre in figlio ininterrottamente da secoli. Sappiate che i cerianesi hanno una tradizione secolari di canto e vantano ancora oggi numerose compagnie corali. Qui si tiene ogni anno anche il Festival Internazionale delle Musiche della Terra. Io non sono del settore, ma è molto rinomato tra gli specialisti e appassionati del genere!

Finita la messa, sarete sorpresi dal suono grave e prolungato di alcuni corni particolarissimi (lunghi anche due metri e realizzati con la corteccia di castagno arrotolata). I partecipanti si riuniscono qui per un momento di ristoro.

RITI DEL VENERDì SANTO A CERIANA

Le confraternite si danno appuntamento qui per il giorno dopo, Venerdì Santo, quando faranno il giro dei loro quattro Oratori e canteranno il Miserere e lo Stabat Mater, mentre dentro la Chiesa si celebra la messa. 

Questi riti rappresentano un vero e proprio teatro di piazza, fortemente sentito da tutta la comunità. Il Venerdì Santo accompagnano la processione anche di flagellanti incappucciati che battono lunghe fruste e degli “angereti” (angioletti), cioè bambini vestiti di bianco. Il suono dei loro particolarissimi corni, poi, è ideale per interiorizzare il senso di turbamento tipico di questo giorno di penitenza e cambiamento. Incredibile vero? Io ho vissuto qui un Venerdì Santo ed è stata un’esperienza davvero emozionante!

GAVENOLA E LE MILIZIE CELESTI

A propositi di angioletti, una tradizione più unica che rara si svolge a Gavenola, sempre nella Settimana Santa, ma qui siamo in Valle Arroscia, non molto lontano da Pieve di Teco (un’ottima pausa per una focaccia o un pranzo tipico) e a Vessalico, dove si vende e si coltiva il famoso aglio.

Tornando a Gavenola, nella parrocchiale di San Colombano c’era l’usanza di vestire 24 fanciulli con gli abitini delle “Milizie celesti”. Questa tradizione è in atto dal 1780 circa e si svolgeva durante il rito della Sacra Deposizione. L’iniziativa si deve ad un certo Vannenes, abitante del luogo, ma di origine olandese. Una sorta di mecenate che portò tanti oggetti d’arte provenienti da Genova, oltre che pensare ai lavori di restauro della parrocchiale.

La schiera angelica delle “Milizie celesti” contornava San Michele nella processione del Venerdì Santo, insieme a cinque casse processionali con sculture in legno colorato che rappresentavano la Passione di Cristo e alla statua del Cristo Morto, del celebre scultore genovese Maragliano. Gli abitini, risalgono al primo Settecento, hanno velluto nero con ricami in argento, con finte armature complete di elmo, corazza e gonnellino. Sapete che l’origine di tali costumi è più profana di quanto si possa pensare? Di fatti derivavano di costumi teatrali delle feste seicentesche di corte, che poteva capitare venissero disegnati proprio in funzione di comparse interpretate da ragazzini.

Dal 1779 a oggi ogni quinquennio (2010, 2015, 2020…) la tradizione si perpetua con la suggestiva processione del Venerdì Santo, ma anche in occasione della grande festa annuale di fine estate del Santuario dei Santi Cosma e Damiano. Ma questa è un’altra storia della quale prometto di parlarvi presto!

Per ora vi saluto. Se pensate di dover aspettare fino al periodo natalizio per vivere altre tradizioni popolari nel Ponente ligure, come i presepi, vi sbagliate di grosso! Il prossimo appuntamento è a giugno, con le infiorate artistiche della Riviera dei Fiori, organizzate in concomitanza con la festa religiosa della Pentecoste. Uno spettacolo che non si può capire finchè non se ne vede uno. Meglio se vivendolo dai suoi ferventi preparativi, almeno quelli delle ultime ore! Ma questa è un’altra storia…

E voi avete tradizioni simili da raccontarmi sulla vostra terra nel periodo pasquale? Conoscevate le tradizioni dei borghi di Ceriana, Gavenola o di Porto Maurizio?

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Elisa Scuto

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